Dalla teoria alla pratica, sperimentandosi in giochi di ruolo atti a rendere i partecipanti consapevoli del proprio rapporto con il suono e la musica e delle proprie “competenze comuni”. Sarà l’occasione per mettersi in contatto con le proprie ed altrui emozioni, osservare e sperimentare come il suono e la musica possono influire sui cambiamenti d’umore, stimolare il movimento e riattivare i ricordi all’interno di una relazione di cura.
L’essere umano nasce e si sviluppa in un contesto di suoni a partire dal grembo materno fino a sviluppare una propria “identità sonora”. Ognuno di noi, attraverso l’utilizzo di suoni, ritmi, voci, musiche tipiche della cultura d’appartenenza, ha in sè competenze delle quali spesso non ha piena consapevolezza (fischiettare un motivetto, imitare un ritmo…) con la possibilità però di svilupparle all’interno di una “relazione di cura” che coinvolge l’intero ciclo di vita dell’uomo.
Il laboratorio sarà l’occasione per mettersi “in gioco” e sperimentare il suono e la musica quali forme diverse di linguaggio (laddove la parola non è sufficiente o non esiste più); per entrare in relazione con l’altro (…anche con la persona con grave deterioramento cognitivo); sollecitare ed attivare emozioni, schemi logici e motori, memorie.
I partecipanti al laboratorio avranno inoltre la possibilità di sperimentarsi nell’uso del proprio ed altrui corpo con lo Strumentario ORFF (facili strumenti a percussione) come “forma di dialogo” ed espressione all’interno di un rapporto di reciprocità che coinvolge più generazioni.
